Moncalieri, 21 febbraio 2015


Migranti e demagogia

Nei giorni scorsi il ministro Alfano ha lanciato la proposta di utilizzare il lavoro volontario dei migranti: apriti cielo, è stato subissato da una valanga di critiche feroci da tutte le parti. La proposta è non solo opportuna, ma anche necessaria, come già fatto notare nel mio precedente articolo “Ancora sui migranti “, per tenere sotto controllo il fenomeno della migrazione, non importa se per guerre o per fame, di intere popolazioni; ma questo non conta nulla nel clima politico-demagogico di oggi in Italia (e forse nel resto del mondo). Quello che conto per i “racimolatori di voti” è la provenienza della proposta e come utilizzare la notizia per colpire alla pancia la parte di elettorato di proprio interesse.

Qui mi viene in mente una riflessione, più volte da me espressa in passato, sull'incapacità della politica attuale di controllare ed indirizzare i grandi fenomeni mondiali; tale incapacità è dovuta essenzialmente a tre fattori: l'assenza di grandi ideologie che coinvolgano una grande parte della popolazione mondiale (estremismo islamico a parte), lo strapotere della finanza ( ved. Anche ” La questione morale e la grande finanza “) e l'efficienza pressoché nulla dei grandi organisni mondiali (ONU in testa); ma non voglio approfondire ora questo aspettp del problema.

I migranti vengono essenzialmente trattati come mezzo demagogico per tutti gli usi: c'è chi alimenta le paure attraverso presunte infiltrazioni di terroristi fra i poveracci che rischiano la vita per attraversare il breve tratto di mare che separa l'Africa dalla Sicilia, chi fa professione di buonismo ad ogni costo e chi, con molta più sincerità, dice semplicemente che non si sa cosa fare di fronte ad un fenomeno di proporzioni immani.

Seguendo un filo logico e non intenti demagogici, il fenomeno delle migrazioni si può solo tentare di governarlo, in maniera da ridurne al minimo possibile l'impatto sulla nostra nazione. Non c'è alcuna possibilità pratica di bloccarlo o di eliminarne le cause, almeno nel breve periodo. In questo senso la proposta di Alfano mio pare uno dei mezzi che è possibile usare per evitare la presenza di masse di disperati, senza alcuna occupazione.

Ma, a parte le proposte teoriche, qualcuno si è già mosso praticamente in tal senso. Il sindaco di Pesaro ha già iniziato a coinvolgere i migranti in lavori volontari per la cura della sua città. Per inciso, uso l'appellativo “migranti”, riferito a tutti quelli che cercano rifugio in Italia per motivi anche molto diversi uno dall'altro, solo per motivi di semplicità.

Bene, a questo punto mi chiedo perché la cura dei luoghi in cui i migranti vengono tenuti in Italia non venga affidata agli occupanti, con notevole risparmio sui costi, ma,soprattutto, occupando le persone ivi presenti, in maniera da non averli in giro per le comunità che li accolgono, facile presa di eventuali infiltrazioni criminali di ogni tipo. Naturalmente, per procedere in tal senso, bisogna prima organizzarli ed indirizzarli: perché non utilizzare per questa bisogna l'esercito?

Sento, però, già le alte grida, da sinistra e da destra, contro una proposta che servirebbe ad abbassare i costo dell'accoglienza e a limitare l'impatto dii una presenza via via più massiccia di stranieri sul nostro suolo: da una parte sarebbe ritenuta una proposta da schiavisti e dall'altra ci sarebbe la solita inapplicabile proposta di rimandarli subito a casa. Ma tant'è...



Pietro Immordino


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