Moncalieri, 13 gennaio 2016
Le grida
Le dichiarazioni del premier Renzi circa la legge che punisce il reato di clandestinità mi hanno richiamato alla mente l'affermazione, da me più volte fatta, circa lo stato di sofferenza delle democrazie del mondo occidentale: le leadership di queste democrazie non elaborano più dei progetti utili al paese nel lungo periodo, ma seguono gli umori popolari del momento; aggiungo che spesso il sentimento popolare è stimolato, se non creato, da “cattivi maestri”.
Ma veniamo al fatto: Renzi ha dichiarato che la legge esistente è praticamente inutile e che quindi andrebbe abolita; ha aggiunto che, però, non è il momento di abolirla, poiché tale azione potrebbe essere accolta male dalla popolazione. Il non abolire una legge inutile potrebbe non arrecare danno, ma, comunque, fare e mantenere in vigore leggi inutili non è certo un buon segnale che la politica da ai suoi elettori.
In questo caso, però, c'è un elemento che non è stato messo in luce sufficientemente: la legge in questione non è solo inutile, ma è anche dannosa; e non poco.
Cominciamo dal segnale che si da a chi arriva nel nostro paese, segnale di inefficacia delle leggi: in Italia le leggi ci sono, ma tanto se non le rispetti non succede nulla! La legge non ha avuto mai alcuna pratica applicazione, né, come dicono gli addetti, potrebbe in pratica mai averne. Inoltre i pochi casi che sono stati portati in giudizio hanno avuto il risultato di intasare ulteriormente la macchina della giustizia italiana, che certo non ha bisogno di ulteriori aggravi.
Ma perché era stata fatta questa legge? Perché la Lega voleva fare un'esibizione di forza per ottenere il consenso di quella parte di elettorato impaurita da un fenomeno epocale quale quello dell'emigrazione attuale, che coinvolge masse enormi di popolazione e di fronte al quale fino ad oggi nessun paese occidentale è stato capace di trovare rimedio. Nessun paese ha tentato di elaborare delle strategie per il lungo termine, ma nessuno ha neppure elaborato piani efficaci per tamponare l'emergenza.
I fronte a questi flussi migratori sono solo nati in molte nazioni partiti e movimenti che dicono di volere risolvere il problema ricacciando gli immigrati nei loro paesi di origine o erigendo muri per fermare le maree umane.
Riportare i migranti nei loro paesi di origine è qualche volta palesemente impossibile, se questi sono paesi con grossi problemi di sicurezza: come ho già scritto una volta, mandiamo Salvini ed alcuni dei suoi puri e duri a riaccompagnare migranti in Libia o in Somalia! E' ancora impossibile se non si riesce ad individuare le generalità dei migranti da ricacciare indietro. In ogni caso, imbarcare delle persone sotto scorta su dei mezzi a lunga percorrenza contro la loro volontà è un'operazione estremamente costosa.
I muri mi richiamano alla mente il muro di Berlino, ma, in ogni caso, non sono mai serviti a fermare persone disposte ad affrontare ogni tipo di disagio a rischio della propria vita. Basti pensare che neppure gli Stati Uniti riescono a bloccare i migranti messicani.
Allora, invece di dire la verità in maniera convincente ai propri elettori e provare ad elaborare tattiche efficaci per l'immediato e strategie per il lungo periodo, è molto più facile fare e mantenere una legge inutile e dannosa, che forse da un vantaggio elettorale nell'immediato. Bisogna stare attenti a perseguire questo andazzo, che non solo è dannoso per lo sviluppo del paese, ma rischia di creare una totale disaffezione verso la politica, anche da parte di coloro che avrebbero voglia di impegnarsi civilmente.
Pietro Immordino
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