Moncalieri, 9 gennaio 2014

Finalmente ne parlano

Ascoltavo stamattina alla radio un esponente politico che parlava del problema della droghe cosiddette leggere; l'interesse in merito dei media e dei politici si è risvegliato solo dopo che in Colorado è stata depenalizzato l'uso e la vendita delle droghe leggere.

Ho già parlato dell'argomento in due mie precedenti scritti. Il primo Proibizionismo, che risale a molti anni orsono, trattava dell'enormità del problema e del fatto che in nessun paese al mondo e in nessuna epoca il proibizionismo è riuscito ad eliminare l'uso delle sostanze stupefacenti, ma che anzi ha causato ulteriori guai rispetto al consumo delle droghe; nel secondo Perché non ne parlano stigmatizzavo la quasi totale assenza della politica nell'interessarsi al problema con visioni pragmatiche e laiche.

Purtroppo, da quel poco che ho appreso dai media, non credo che l'approccio della gran parte dei politici italiani sia cambiato ed il proibizionismo resta per molti l'unica non soluzione al problema; ma la cosa che mi ha più sfavorevolmente colpito è l'approccio al problema dello stato del Colorado: la trasformazione tout court di un enorme affare illegale in un enorme affare legale. Con buona pace di ogni tentativo di intervenire sul problema in maniera non repressiva, ma comunque limitativa.

Mi spiegherò con un esempio che tutti conosciamo: qualche anno fa si è cominciato ad intervenire sulla diffusione del fumo, causa di molti danni ad un numero enorme di persone. Per fortuna i nostri legislatori non hanno previsto carcere per consumatori e venditori, perché in questo caso l'unico risultato sarebbe stato quello di incentivare la nascita di un enorme business illegale e di intasare senza costrutto la già disastrata macchina della giustizia italiana. Sono state, invece, attivate delle pubblicità dissuasive ed è stato escluso il fumo dalla maggior parte dei luoghi pubblici. I provvedimenti hanno avuto un discreto successo, anche se, purtroppo, non si è andato oltre per cercare soluzioni sempre più efficaci.

Spero che del problema droghe si continui a parlare in modo costruttivo e che cominci a formarsi un'opinione generalizzata dell'inutilità pratica del proibizionismo. Ripeto quel che ho già scritto, non si tratta di liberalizzare, ma di regolamentare e, contemporaneamente, mettere in atto mezzi dissuasivi e persuasivi.

Least but not last, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che il proibizionismo ha creato i presupposti per la smisurata crescita del potere economico della criminalità organizzata che affligge, in particolar modo, l'Italia.

Pietro Immordino

 

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