Moncalieri, 24 agosto 2013
Gli Italiani 2
Quello che sta accadendo in Italia attorno alla vicenda della condanna di Berlusconi mi richiama alla mente quanto scrissi alcuni anni fa su Eurinome, in un articolo titolato Italiani, sulle caratteristiche (negative) della nazione italica. Penso che in nessun altro paese del mondo occidentale potrebbe verificarsi quello che sta succedendo in Italia.
Ma andiamo per ordine. Un capo popolo viene condannato in via definitiva dalla magistratura, che applica leggi fin troppo garantiste e favorevoli all'imputato: dovrebbe essere logico passare immediatamente all'esecuzione della sentenza, ma scattano immediatamente altri meccanismi che danno luogo a ritardi e complicazioni, aprendo spiragli di impunità. La magistratura ritarda l'esecuzione della sentenza, vengono messe in campo assurde possibilità di grazia o di provvedimenti legislativi ad hoc, entrano in giuoco le prerogative degli eletti, ecc.
Ma mi interessa ora fare il punto su due aspetti della questione, ambedue rilevanti, uno che riguarda il comportamento dei parlamentari del Pdl e l'altro le ricordate caratteristiche degli Italiani.
La reazione compatta dei parlamentari del PdL può apparire scontata per due ragioni: la prima è che essi devono la loro elezione a Silvio Berlusconi, che in virtù dell'attuale legge elettorale, li ha selezionati indipendentemente dalle loro capacità politiche; la seconda è che il PdL non può esistere senza Berlusconi. La scelta è scontata, però, in virtù della pochezza della classe dirigente del PdL: infatti uomini di più grande levatura avrebbero esaminato con la massima attenzione tutte le possibili conseguenze della loro scelta di appoggiare B., in spregio di ogni considerazione pratica, etica ed istituzionale. Il tentativo sciagurato di delegittimare la magistratura può portare ad uno sfascio totale del sistema, del quale sfascio i primi ad essere vittime sarebbero i privilegiati del sistema stesso, molti dei quali albergano nelle file dei sostenitori del PdL. Chiunque può facilmente immaginare cosa succederebbe in un paese con una magistratura totalmente delegittimata ed impedita ad esercitare il suo ruolo. Inoltre lo sfascio di un potere dello stato porterebbe con certezza alla rottura dell'equilibrio fra i poteri, con conseguenze inimmaginabili. Ma la classe dirigente del PdL, evidentemente, non ha al suo interno un possibile sostituto ed allora... B. forever! In alternativa sostituiamo S. B. con Marina B. Mi viene in mente che al tempo della cosiddetta prima repubblica spesso non approvavo questo o quell'uomo politico di vertice, ma non ricordo di avere mai provato vergogna per essere stato rappresentato da tali uomini politici; oggi questo mi accade spesso, e non solo in riferimento a politici del PdL.
Vengo ora alla considerazione che principalmente mi ha portato a scrivere questa nota. Come dicevo all'inizio, in nessun altro paese del mondo occidentale potrebbe succedere quello che sta succedendo in Italia, in quanto un leader politico condannato in via definitiva per avere danneggiato lo stato, e cioè i suoi cittadini, raccoglierebbe immediatamente un moto di esecrazione da parte dei danneggiati (i cittadini) e non avrebbe più alcuna chance politica. In Italia, paradossalmente, Berlusconi ha la possibilità di ricevere un vantaggio politico dalla sua condanna, a prescindere dal fatto che ci siano o meno persone disponibili a crederlo una vittima innocente. L'evasione fiscale è lo sport nazionale e quindi un nucleo notevole di persone si immedesimerà in B. e lo sosterrà con maggior convinzione che mai. Ma non basta, quanti Italiani considerano l'evasione fiscale un reato che li tocca personalmente? Purtroppo temo che per molti Italiani l'evasione fiscale sia un scorciatoia individuale senza conseguenze sociali e pertanto essi sono portati a considerarla con benevolenza, senza nessuna voglia di cambiare la considerazione su una persona in conseguenza di suoi illeciti fiscali: pertanto un gran numero di elettori del P.d.L. continuerà a votarlo anche dopo la condanna di B. .
Questi comportamenti italici spiegano perché sia possibile che si continuino a fare ipotesi assurde di salvacondotti, in nome di una presunta democraticità. La democrazia, però, non è fatta solo di sondaggi e di moti popolari estemporanei: sarebbe bene ricordare, a chi pretende l'impunità di un leader politico solo in virtù della sua popolarità, che non esiste democrazia senza il rispetto di equilibri istituzionali e delle carte fondamentali (le costituzioni) che non a caso sono modificabili con maggior difficoltà e minor celerità rispetto alle leggi ordinarie: lunga vita alla Costituzione Italiana!
Pietro Immordino
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