Moncalieri, 19 luglio 2013
E' sempre la solita storia
Non ho più scritto nulla da quasi un mese poiché mi sembrava che tutto, ohimè, scorresse sui soliti binari, senza che niente facesse pensare ad un reale cambiamento in conseguenza di una presa di coscienza da parte dei partiti italiani della situazione contingente. Purtroppo mi accingo a scrivere questa nota non perché la situazione sia cambiata, ma perché la partitica tenta di risolvere una situazione molto incresciosa al solito modo: la colpa è sempre di qualcun altro e i poveri politicanti sono solo vittime.
Mi sto riferendo al caso Ablyazov, che è consistito, per dirla in breve, nel rimpatrio forzoso di una donna e della sua figliola di 6 anni, con un'imponente operazione di polizia, su pressione della diplomazia kazaka. Intanto sarebbe stata certamente un'azione più trasparente accertare il reale svolgimento dei fatti attraverso un'autorità indipendente e non attraverso il responsabile dell'istituzione coinvolta: il capo della polizia ha consegnato la sua relazione nella mani del ministro, suo superiore diretto, ministro che potrebbe essere coinvolto nell'affaire! Ognuno può fare le proprie riflessioni in merito.
Ma quello che mi preme sottolineare oggi è il rovesciamento della realtà, effettuato per giustificare i partitici eventualmente coinvolti. Come ho scritto qualche tempo fa (ved. Grillo, Santoro, gli altri e la realtà ) uno dei più grandi problemi della società italiana è la perdita di coscienza da parte delle varie elite italiane della propria funzione e la sottomissione alle rappresentanze dei partiti, con conseguente dipendenza diretta da questi partiti per la selezione e le carriere di chiunque svolga una funzione pubblica, o comunque legata al pubblico.
In questo quadro appare totalmente insufficiente a scagionare gli esponenti politici la giustificazione addotta: non sapevamo ed hanno agito senza avvisarci. Per due ragioni fondamentali.
La prima ragione è che mi appare difficile pensare che gli uomini delle istituzioni, scelti e dipendenti per le loro carriere dagli esponenti dei partiti, abbiano tenuto all'oscuro dei loro comportamenti i loro referenti governativi. La loro mossa sarebbe prima o poi venuta fuori, se non altro come ringraziamento da parte del dittatore kazako al governo o comunque ad un esponente di spicco dei partiti. Questo certo non poteva essere ignorato da esperti e navigati alti burocrati.
Peggio mi sento se effettivamente gli alti gradi della polizia coinvolti hanno volutamente nascosto il loro operato ai loro referenti nel governo. Delle due una: o il governo non ha nessun controllo sulle forze di sicurezza statali, e questo ci metterebbe in uno scenario di antico sud America, oppure la gli alti gradi della polizia hanno agito senza un preciso ordine del potere governativo, nella volontà e nella sicurezza di compiacere i loro superiori nel governo.
L'ultima ipotesi che ho fatto mi rimanda nuovamente al già citato Grillo, Santoro, gli altri e la realtà.. Rappresenterebbe un ulteriore degrado di una classe dirigente cooptata per fedeltà partitica. Se poi in questo caso la burocrazia statale, agendo autonomamente, l'avesse fatto anche andando contro il vero volere dei rappresentanti del governo sarebbe catastrofica: più realisti del re!
Non mi resta, per consolarmi, che sperare di avere preso dei colossali abbagli e che tutto sia una cosa normale: ma vorrei, in questo caso, che qualcuno che mi legga mi spieghi quali sono questi abbagli.
Pietro Immordino
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