Moncalieri, 6 aprile 2013
Ahi serva Italia....
Pubblico questo scritto pressato dagli avvenimenti in corso, dopo un lungo periodo di assenza dal web,; avvenimenti peraltro prevedibili da tempo, pur nella loro triste essenza.
Le ultime elezioni hanno portato ad una situazione di stallo dovuto essenzialmente alla mancanza di una classe politica sana ed efficiente. Uno stallo partitico più che politico, nel senso che risponde più alle convenienze dei partiti in gioco che alle esigenze e alle spinte della società civile, di cui la politica dovrebbe farsi carico.
Le posizioni dei tre partiti maggiori credo che siano chiare a tutti, meno forse le motivazioni di queste posizioni.
Il problema principale del PDL è quello di salvaguardare Berlusconi, leader indiscusso e indispensabile per il partito, dalle azioni giudiziarie in corso, salvaguardando in tal modo l'esistenza stessa del partito. Le azioni messe in atto mirano quindi principalmente a tale obiettivo, naturalmente mascherandolo in tutti i modi possibili. La manifestazione di Roma, inizialmente indetta contro il potere giudiziario, è stata poi arricchita con altri pretesti per non creare troppe ripulse nell'opinione pubblica. In questo quadro è difficile attendersi da questo partito costante e spasmodica attenzione al pubblico interesse!
Il M5S è un caso più complesso da interpretare; al suo interno c'è di tutto: ex simpatizzanti della destra e della sinistra delusi dai partiti di provenienza, mestatori senza obiettivi specifici, elettori con precise idee di cambiamento, inseguitori di utopie astratte, persone con un singolo obiettivo (p.e. No Tav), ecc. Al di la delle motivazioni di ognuno, l'unico collante comune del gruppo è la rivolta contro l'insostenibile situazione creata in Italia dalla partitica. Anche in questo caso, al di la delle dichiarazioni formali, il partito dipende ed è posseduto da Grillo. Non voglio esaminare a fondo in questa nota tutte le caratteristiche del partito, ma mi limito a notare che un coinvolgimento attivo ed efficace dei suoi esponenti per risolvere i gravi problemi contingenti del paese esige che gli esponenti di M5S si rendano indipendenti da Grillo. Le grandi, e esteticamente belle, utopie che potrebbero essere realizzate in 25-30 anni con ulteriori pesanti sacrifici per almeno 4-5 anni (dichiarazioni di Grillo) possono andare bene a chi è in grado di sostenerli, questi sacrifici, ma non sono tollerabili da una larga fetta della popolazione.
Il PD sembra esprimere lo volontà di mancare tutte le occasioni. I suoi quadri sono numerosi e presenti su tutto il territorio nazionale, ma, a differenza di quanto avveniva 30 e più anni fa per i quadri del P.C.I. e per la D.C., hanno perso ogni contatto con la realtà che li circonda, all'infuori di una stretta cerchia costituita da loro stessi e da una minoranza di fedelissimi. In pratica, chi continua a votare per questo partito lo fa per fedeltà o per abitudine acquisita o per mancanza di alternative valide. Non trovo affatto negativa la mancanza di un leader indiscutibile, anzi mi fa paura il volere popolare, quando richiede capi assoluti. Il problema è, però, che non si riesce a comprendere dove vuole andare a parare Bersani, visto che nel M5S comanda Grillo, il quale gli ha chiuso la porta i faccia, e che egli non vuole allearsi con il PDL. Forse sta solo tentando di mettere in luce i limiti del M5S per andare al voto da una posizione di maggior forza.
Quello che mi colpisce di più in questi giorni è la scarsa presenza nei dibattiti partitici e nell'informazione delle cause internazionali della crisi. Non mi riferisco principalmente alla tempesta finanziaria scatenata dalle banche americane, ma al fatto che lo scenario mondiale della distribuzione della ricchezza sta cambiando rapidamente e drasticamente. Nazioni che avevano una popolazione complessiva di 800 milioni di individui fino a qualche anno fa concentravano al loro interno la maggior parte della ricchezza della terra. Oggi si affacciano al benessere nazioni con popolazioni 4 volte più numerose, con la conseguenza che la distribuzione della ricchezza mondiale subirà una variazione imponente. Qualche ispirato uomo partitico pensa a questo e cerca di illustrare il problema anche a quella parte della popolazione che non ne è cosciente? A me pare che sia un argomento basilare, la cui discussione vale il sacrificio di qualche voto nell'immediato. Ricordo che in passato la conquista di fette di ricchezza da parte di una popolazione a spese di altre è spesso avvenuto in un modo tragico: con la guerra.
Ma....nave sanza nocchiere in gran tempesta.....
Pietro Immordino
Torna a " L'angolo dello zio Pietro "
Torna a " L'angolo di nonno Pietro "
Torna a " La pagina iniziale "