Moncalieri, 15 febbraio 2025

Le lucciole e le lanterne

Questo scritto consta di due parti: la prima scritta 1l 14 novembre 2024 e mai pubblicata e la seconda aggiunta oggi.

Prima parte

Da parecchi mesi non scrivo più nulla perché, come già detto in altri miei scritti, mi sembrava di cominciare a ripetere sempre le stesse cose, a causa di una situazione sociale e politica ormai delineata nei suoi tratti principali. Ho deciso di scrivere questa mia nota per una situazione assurda che si è creata per delle delibere prese da alcuni giudici circa i trasferimenti nelle strutture albanesi di alcuni migranti.

Per prima cosa voglio dire che non tratterò certo della validità o meno delle decisioni dei giudici coinvolti: questa dovrebbe essere una valutazione demandata alle istituzioni preposte, senza che la politica, artatamente, muova attacchi ai giudici che hanno emesso quelle decisioni: dico solo che è evidente il fatto che il potere politico colga ogni occasione per tentare di ridurre al silenzio ogni altra istituzione dello stato. A questo proposito colgo l’occasione per affermare che ritenersi i depositari della volontà popolare in un paese in cui la maggioranza, tutta assieme, ha ottenuto il consenso di un Italiano su quattro è quantomeno esagerato.

Vengo ora al nocciolo della questione: le decisioni dei giudici hanno influito o potranno influire in futuro sul flusso dei migranti che arrivano in Italia? Nel caso particolare mi pare un’assurdità caricare sui giudici coinvolti la responsabilità dell’arrivo o della permanenza in Italia di masse di migranti di notevole consistenza, avendo riguardato le loro decisioni un numero ridicolamente esiguo di migranti. Ma anche in prospettiva queste decisioni giudiziarie non potranno avere alcuna conseguenza sui flussi migratori verso l’Italia: il trasferimento di un certo numero di migranti nelle strutture albanesi non serve in alcun modo a contenere i flussi dei disperati che tentano di raggiungere il nostro paese.

Forse per mia ignoranza, non riesco a capire quale è la finalità ultima di questi centri: identificare e selezionare i migranti che vengono ivi accolti non serve certo a frenare gli arrivi in Italia né a diminuire sensibilmente il numero di migranti che restano sul suolo italiano. Due sono le evidenze che saltano agli occhi: la capienza dei centri e il costo di costruzione, ma soprattutto, di funzionamento.

Paradossalmente, l’unico ministro dell’interno che ha ridotto significativamente i flussi migratori dalla Libia verso l’Italia è stato Marco Minniti, esponente di quella sinistra pesantemente accusata dalla destra di lassismo e tolleranza nei confronti dei flussi migratori. Io penso che difronte ad un fenomeno epocale come quello delle migrazioni di massa non c’è alcun progetto semplice ed immediato per far fronte pienamente al problema: al massimo si può effettuare un tentativo di riduzione e di controllo parziale. Ma quale politico esprimerà mai un’opinione in questi termini, che non portano consenso e voti?

Seconda parte

In questa seconda parte parlo del caso Almasri, il torturatore libico riportato nella sua patria con aereo di stato con in bella mostra la bandiera italiana.

Si può discutere sulle procedure seguite dal governo italiano, forse non le migliori e le più limpide, ma mi pare incontestabile che dietro l’operazione ci sia stata la prevalenza della ragion di stato su ogni altra considerazione; la permanenza di Almasri in una prigione italiana avrebbe potuto scatenare un’ondata di atti terroristici in Italia, uccisioni e rapimenti di Italiani oggi presenti in Libia, grossi problemi economici alle aziende italiane (ENI); ma il punto di cui voglio trattare è un altro. Con le stesse modalità del caso precedente dei centri in Albania, tutta l’attenzione dei media si è accentrata sul fatto che il governo italiano aveva riportato in patria, con prassi e modalità discutibili, Almasri; io mi sono chiesto un’altra cosa a mio parere molto più interessante: come mai un pericoloso terrorista abbia girato senza alcun problema ed in tutta tranquillità all’interno di vari stati della comunità europea? Quell’individuo si sentiva così tranquillo e sicuro da andare persino a vedere una partita di calcio in uno stadio con ingressi controllati da telecamere e forze dell’ordine. Ed aveva evidentemente motivo e conoscenza del fatto che poteva farlo, e la conclusione della vicenda dimostra che aveva pienamente ragione. Di questo però non ho letto nulla sui media, se qualcuno che mi legge mi può dire il contrario, mi piacerebbe accedere a questa eventuale fonte.

Conclusione

I due fatti di cui ho parlato prima sono solo la punta di un iceberg fatto di un bombardamento di notizie che mirano a spostare l’attenzione della gente dai fatti che più dovrebbero interessare la loro vita a fatti marginali e di interesse quasi nullo. Purtroppo questo non è una cosa che riguarda l’attualità, ma con continuità la gestione del potere passa attraverso la distrazione delle masse. Ho parlato di due episodi concentrati nel tempo, ma esistono da sempre sistematiche distrazioni dell’opinione pubblica, dai circenses di romana memoria al calcio di oggi; ma di questo argomento e delle sue implicazioni, sia positive che negative, non voglio parlare oggi. Sarei invece soddisfatto se questa mia breve nota suscitasse l’interesse di chi mi legge a segnalare altri fatti contemporanei in cui si scambia la lucciole per lanterne.

Pietro Immordino



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